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  • Istituto di BioRobotica

LE “GAMBE BIONICHE” SVILUPPATE CON “CYBERLEGS” PROTAGONISTE A TORINO DEL PRIMO EXPO’ EUROPEO SULLE TECNOLOGIE INDOSSABILI

Publication date: 23.11.2015
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I nuovi sistemi robotici indossabili sviluppati con il progetto Cyberlegs (acronimo di ”The CYBERnetic LowEr-Limb CoGnitive Ortho-prosthesis”) coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna sono stati tra i protagonisti di Wearable Tech, il primo Expò europeo dedicato alla “tecnologia da portare addosso”, ospitato al Lingotto di Torino. Le prime “gambe bioniche”, come sono state ribattezzate dai media internazionali, sono state al centro di un seminario tenuto dal coordinatore del progetto, il ricercatore Nicola Vitiello, che ha illustrato come la robotica e la biorobotica da indossare (“Wearable robotics”, proprio come il nome del laboratorio che coordina) possono rivelarsi di grande aiuto nel campo della riabilitazione funzionale e anche per migliorare la qualità della vita (e della deambulazione) di persone anziane o non più del tutto autosufficienti.

Le “gambe bioniche” hanno affascinato un vasto pubblico: gli ausili nati con il progetto Cyberlegs restituiscono, infatti, la possibilità di una deambulazione più efficiente e con minore sforzo fisico a persone che hanno subìto l’amputazione degli arti inferiori, al di sopra del ginocchio, riducendo il rischio di cadute e imprimendo ai movimenti la regolarità di una falcata ritmica e sicura, in questo caso ottenuta sia grazie a una nuova protesi robotica sia a un innovativo tutore robotico, che può essere utilizzato con successo anche da persone che non hanno subìto amputazioni.

Cyberlegs è stato finanziato dalla Commissione Europea con 2.5 milioni di euro suddivisi tra 5 istituzioni riunite in consorzio, nell’ambito del “Settimo programma quadro”, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del ricercatore Nicola Vitiello. Sempre dall’Istituto di BioRobotica del Sant’Anna hanno fornito contributi il docente Silvestro Micera e il ricercatore Vito Monaco; al consorzio hanno aderito come partner docenti universitari da tutta Europa in rappresentanza di importanti istituzioni, come Renaud Ronsse (Université catholique de Louvain, Louvain la Neuve, Belgio); Dirk Lefeber e Romain Meeusen (Vrije Universiteit Brussel, Brussel, Belgio); Marko Munih e Roman Kamnik (Univerza v Ljubljani, Ljubljani, Slovenia); il cardiologo Raffaele Molino-Lova (Fondazione Don Carlo Gnocchi, Firenze). Il progetto “Cyberlegs” è stato lanciato nel 2012 da Maria Chiara Carrozza, allora rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e bioingegnere e primo coordinatore.

I test di Cyberlegs hanno coinvolto numerosi volontari a cui era stato amputato uno degli arti inferiori. Fra tutte le possibili amputazioni, quelle transfemorali (al di sopra del ginocchio) risultano particolarmente invalidanti. Gli amputati transfemorali devono sostenere uno sforzo fisico e cognitivo più intenso e anche il loro cammino, qualora sia amputato anche un solo arto, appare meno stabile. In questo contesto si è sviluppato il progetto Cyberlegs che ha raggiunto l’obiettivo di testare in via preliminare nuove tecnologie robotiche indossabili per aiutare a recuperare un cammino più naturale ed efficiente, con il sistema “Active pelvis orthosis”, lo “zainetto” che agevola il movimento. 

Il progetto ha messo a punto un’ortesi bilaterale di bacino (un sofisticato tutore), robotizzata e capace di assistere il movimento che permette di flettere e di estendere l’anca. Il dispositivo, che appare contenuto in una sorta di zainetto, è stato progettato per essere ergonomico e quindi adattarsi alla schiena senza alterarne la postura. In virtù di un meccanismo che segue la naturale biomeccanica dell’anca la coppia che permette il movimento risulta sempre allineata con l’asse che garantisce la sua estensione e la sua flessione. Tale dispositivo agisce attraverso batterie, presenta un’autonomia di tre ore e permette agli amputati di camminare tanto all’interno quanto all’esterno. Utilizzando schemi di controllo bio-ispirati, basati su quelle che vengono definite “primitive motorie”, e usando attuatori (sistemi di movimento), il dispositivo non pone ostacoli alla capacità e all’intenzione motoria della persona amputata che lo indossa e che riceve un’assistenza motoria gentile e naturale, se e quando è necessario.

Per approfondire:

http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2015/03/16/pronte-le-prime-gambe-bioniche-test-su-11-volontari_74c00f48-73cc-4d64-8cb9-313c4816d6b7.html

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Tornare-a-camminare-Si-con-le-gambe-bioniche-dc88c734-988a-4740-9f93-bb778cfbe47b.html

http://www.focus.it/scienza/salute/ricerca-con-gambe-bioniche-pazienti-amputati-tornano-a-camminare